09 settembre 2006

Test di ingresso

Qualcuno si è reso conto che i test di ingresso che le università utilizzano per selezionare gli studenti nelle facoltà a numero chiuso sono ridicoli. Le domande non sono adatte a valutare la reale preparazione dello studente, e men che mai ne potranno attestare la reale volontà di darsi da fare. Un docente a La Sapienza ha proposto di far entrare gli studenti sull base del curricolum scolastico, e cioè in base alle pagelle degli ultimi anni di scuola superiore, e voto di maturità. Mi sembra una proposta onesta, per quanto continui a storcere il naso sul numero chiuso. Più soldi alle università, più mezzi, più spazi, più docenti e niente numero chiuso... questo sarebbe l'ideale, in modo che ogni studente possa veramente fare ciò che vuole della propria vita.
Ho un amico che voleva entrare ad Informatica, numero chiuso, non ha passato la selezione, si è iscritto a Matematica per ripiego. Dopo un anno ha abbandonato l'università, perché non si sentiva motivato, non era quello che voleva, non era riuscito a superare ancora nessun esame.

8 Sguardi lasciati:

Blogger Sergio ha annotato...

Anch'io penso che sarebbe ideale lasciare libertà a chiunque d'iscriversi a qualsiasi facoltà. Però, con questo sistema ci sarebbero tanti che scalderebbero solo i banchi e questo magari perchè i soldi di papà glielo permettono.
I test di ammissione, almeno per quello che ho letto nell'articolo del quale includi il link, sono in buona parte ridicoli. Forse la proposta di valutare gli studenti, non tanto in base alla maturità, ma sulla media degli ultimi anni di studi è la più onesta, come dici tu, però c'è sempre il pericolo che anche qualcuno senza i requisiti possa infilarsi fra gli ammessi.

settembre 09, 2006 12:26 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Perché una persona deve per forza avere dei requisiti per iscriversi ad una determinata facoltà?
Esempio: Un mio compagno delle superiori, uscito alla maturità con 36 in Elettronica Industriale, ha deciso di iscriversi alla facoltà di chimica (materia che aveva imparato ad apprezzare durante i cinque anni di superiori) ... risultato? Laurea a pieni voti e nei tempi previsti (no fuoricorso)!
Un altro mio compagno di classe, diplomato con 58/60, ancora oggi non è riuscito a laurearsi... e lavora in un supermercato per pagarsi l'università (ha 34 anni)!

Credo che non esista un vero test in grado di selezionare le "menti adatte" ad una determinata facoltà.
Quale che sia il metodo, Pagelle o test attitudinale e psicologico, ci sarà sempre qualcuno che rimarrà escluso dal sistema. In un paese come il nostro, con pochi soldi e tanta voglia di sperperare in missioni "umanitarie" all'estero (mille euro al giorno per soldato circa, spendiamo...), sanità e istruzione rimarranno delle cenerentole! :(

settembre 09, 2006 3:01 PM  
Blogger InOpera ha annotato...

se il test fosse fatto per indirizzare lo studente, a partire dall'ultimo anno delle superiori, avrebbe molto senso. O forse, più che indirizzare, sarebbe un test per capire e far capire cosa si sta andando a fare e perchè.
C'è ancora una grossa fetta di studenti che s'iscrive a certe facoltà senza conoscerne altre, o solo durante il percorso universitario.

Il problema si crea nel momento in cui il test seleziona l'ingresso ad una facoltà a causa di una carenza strutturale (poche aule, professori carenti, soldi per gestire corsi con laboratori ecc.), limitando fortemente la qualità stessa del corso di laurea e più in generale quella dell'Ateneo.

settembre 09, 2006 7:13 PM  
Blogger Bigio ha annotato...

Credo che la carenza di strutture (o di docenti) sia attualmente l'unico motivo per il quale esistono i test d'ingresso. Nessuna facoltà vuole creare (o almeno così dichiara apertamente) corsi di laurea per studenti d'elite... giustificano sempre i corsi a numero chiuso con l'effettiva "vivibilità" del corso: possibilità di dare ad ogni studente strumenti sperimentali a sufficienza, capacità delle aule, capacità delle strutture per le esercitazioni, eccetera...

Niente che, come dite benissimo voi, non possa essere superato finanziando adeguatamente le università. La Sapienza (la facoltà più prestigiosa d'Italia, dicono) ottiene una quantità di fondi per la ricerca pari ad una frazione del costo di una qualsiasi missione militare (meno di 20 milioni di euro all'anno, la missione in Iraq ce n'è costata 100).

settembre 10, 2006 10:28 AM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Si certo... non lo dicono "apertamente"... in realtà in molti ambienti una facoltà a numero chiuso suona come più prestigiosa (è esclusiva!) e attrae maggiormente.

settembre 10, 2006 11:00 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

I test d'ingresso sono fondamentali.
(...)
Se poi ci pensi bene, la domanda sulla "differente distanza tra Casablanca e il Cairo e tra Oslo e Istanbul" ha una soluzione semplicissima, alla portata di tutti.
Pensaci. (...)

Cancellare gli insulti dai tuoi post e lasciare le tue opinioni sta diventando la prassi. Evita di insultare me o gli altri. I prossimi post che conterranno insulti li cancellerò direttamente.
Sab

settembre 14, 2006 8:27 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

non c'erano insulti. sei solo una furbetta che censura

settembre 15, 2006 9:40 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

sono come i concorsi e i test d'intelligenza...stupidi

settembre 18, 2006 4:12 PM  

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