20 febbraio 2007

Proprio come la penso io!

Sono appena tornata dall'edicola, e sono rimasta sconcertata dai titoli dei giornali. C'è chi titola trionfalmente "Chiesa e Governo, chiarite le opinioni" e chi scrive in prima pagina "Dialogo tra sordi". Ormai l'opinione non è più qualcosa che il lettore deve intuire leggendo l'articolo ("Ho paura che questo giornalista simpatizzi per Prodi..."), è invece una caratteristica di cui vantarsi, una sparo in faccia, un qualcosa da esibire con orgoglio: "Qui si parteggia per la destra".

Credo il giornalismo di opinione sia un sottoprodotto inevitabile di due fattori: il primo è il fatto che di giornali se ne vendono assai pochi, e quindi le testate hanno bisogno di richiamare i lettori ed indicare chiaramente dove stanno le notizie che piacciono a loro. Il secondo è proprio la tendenza a volersi dare sempre ragione. Non si legge più il giornale per ascoltare più campane, ma solo per leggere le cose che si vogliono leggere nel modo che si vuole siano scritte! Per sentirsi confermare le proprie opinioni, per poter dire "esatto! proprio così!".
Alla fine cosa è stato l'incontro tra Prodi e quei due cardinali? Una formalità, un rituale. Non c'è nessuna notizia da dare, le cose sono rimaste come prima, è stato solo un susseguirsi di sorrisi, strette di mano, flash di macchine fotografiche. E poi commenti, opinioni, chiacchiere. E dicono che siamo noi donne quelle che sparlano degli avvenimenti mondani.

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6 Sguardi lasciati:

Anonymous Anonimo ha annotato...

"Il secondo è proprio la tendenza a volersi dare sempre ragione"... da che pulpito

febbraio 20, 2007 11:57 AM  
Blogger Bigio ha annotato...

Uhm... un commento critico che afferma che non accetti critiche. Quindi simultaneamente ti dà ragione e dimostra la stupidità del commento stesso. Dovrebbe essere una figura retorica di qualche tipo.

febbraio 20, 2007 9:28 PM  
Blogger Sergio ha annotato...

Tornando al tema del tuo post, il giornalismo, sono convinto che quello attuale sia veramente di basso profilo. Quale la causa? Penso che i fattori siano diversi: l'editore (vuole imporre la propria politica), il direttore (non ha il coraggio di opporsi all'editore), i giornalisti (in genere free-lance, se non scrivono quello che vuole il direttore, non mangiano), l'ignoranza ed il pressapochismo dei giornalisti, e, non ultimi, i lettori, una massa che non sa discernere il brutto dal bello e tanto altro.

febbraio 21, 2007 12:45 PM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Sono certa che concorrono molti fattori, ma una cosa è certa: le notizie "sottovoce" (come dice Biagi), date con rispetto ed educazione, non vendono. O almeno così sembra.
Ed essere educati non significa dare dell'ipocrita a chi se lo merita (per fare un esempio: i politici che si oppongono a dare diritti civili ai conviventi, visto che loro in quanto politici li hanno e ne fanno uso). Significa non scrivere in prima pagina "Mortadella caccia balle" come è solito fare Libero (per citarne uno). Perché quello è giornalismo di serie ZETA. Che però vende.

febbraio 21, 2007 1:15 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Bigio, se credi che il mio commento fosse un commento critico, evidentemente non hai capito dove andava il commento.
La mia sarà pure una figura retorica di qualche tipo, la tua è solo una brutta figura: di chi non sa leggere quello che viene scritto, ma s'inventa quello che pensa di aver letto.

febbraio 21, 2007 1:17 PM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Nella definizione di commento critico rientra perfettamente anche il primo commento dell'anonimo.
Credo comunque che entro stasera cancellerò i vostri commenti, e non perché "non ammetto critiche" ma per il semplice fatto che sono INUTILI (li definirei quasi spam).

febbraio 21, 2007 2:05 PM  

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