02 febbraio 2008

Psicologia, ci vuole

Ieri ho ascoltato uno psicologo che interveniva in un forum dedicato alla "presa di coscienza di sé" dei ragazzi dai 7 ai 12 anni. Cioè dei ragazzi con i quali faccio servizio il sabato.
Ci siamo andati tutti insieme, e quando è intervenuto lo psicologo, avrei avuto voglia di alzarmi e andare a fare una passeggiata. Le sue analisi sulla realtà dei ragazzi e la sua relazione su come man mano si costruisce la loro personalità era tecnicamente impeccabile, e anche condivisibile. Le sue conclusioni, no.
Ad un certo punto della conferenza, ha spiegato che è critico nei ragazzi il passaggio dalla fase dell'Ego a quella del Noi, e cioè il passaggio da un'età nella quale si pensa solo a se stessi, alla propria individualità e alla propria affermazione, ad un età dove si percepisce la necessità di assumersi la responsabilità del prossimo, di chi è al di fuori di se stessi, dell'altro. Questo passaggio -diceva lo psicologo- è fondamentale, perché solo quando una persona ha realizzato che può assumersi la responsabilità del prossimo allora nasce la sua dimensione "globale", cioè inizia a svilupparsi la coscienza di far parte di un unico mondo.
Purtroppo questa analisi era seguita da esempi concreti piuttosto discutibili, e cioè l'arguto psicologo ha iniziato a prendersela con la disgregazione della famiglia tradizionale, la scomparsa del senso di appartenenza ad uno "stato" eccetera eccetera... insomma si capisce cosa può aver detto in proposito: che se i ragazzi si ritrovano a vivere sempre più in queste famiglie "alternative", finisce che non sviluppano il senso di responsabilità verso il fratello, la sorella, i propri parenti... e poi si finisce che se ne fregano del mondo.
Mi sono chiesta: ma non sarà proprio il contrario? E cioè: se io fossi parte di una famiglia "non tradizionale", cioè magari con due mamme conviventi, un fratello acquisito e una sorella adottata, non sarebbe un ambiente ancora più educativo per il mio senso di responsabilità verso il prossimo? Immagino che imparare ad avere a cuore una bambina che non è veramente mia sorella, ma la figlia dottiva della compagna di mia madre, sia ancora più formativo. Ma non sono una psicologa, e quindi dopo averlo ascoltato per un po', ho deciso che mi stavo annoiando.
Così sono uscita, proprio mentre disquisiva di come i media ci spappolano il cervello e del povero Papa che non ha parlato alla sapienza.

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2 Sguardi lasciati:

Anonymous Anonimo ha annotato...

Passavo di qui solo per ricordarti alcune cose fondamentali:

1. se un feto abortito è rianimabile bisogna rianimarlo ed è colpa tua se volevi abortire

2. analogamente, se il semaforo è spento bisogna riaccenderlo ed è colpa tua se il semaforo non aveva speranze !

3. capito come stanno dando di nuova la colpa alle donne, indirettamente ? Altro che figli di mignotta, almeno loro fanno un lavoro onesto, questi sono veramente il peggio.

Poi in ultima analisi sei donna quindi muta e rassegnata, sennò l'uomo somatizza e dio s'incazza !

Saluti dalla Nuova Democrazia Cristiana, sempre meno rossa, sempre più cazzi vostri :-D !

febbraio 03, 2008 10:36 PM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Sull'argomento ti segnalo questo articolo di ADISTA. In generale, come ben puoi immaginare, trovo scemo che si possa pensare di impedire per legge una cosa come la possibilità di ricorrere all'aborto. Al massimo la si può rendere illegale, non impedirla. Ma è chiaro che tutta questa storia non ha un briciolo di senso, com d'altronde non ha il minimo senso della realtà chi propone di rivedere una delle poche leggi in Italia che hanno funzionato davvero.

febbraio 04, 2008 11:39 AM  

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