17 luglio 2007

Cibo avvelenato a poco prezzo?

Qualche giorno fa Papacito mi consigliava di leggere questo articolo del Corriere.it.
La depenalizzazione del reato in questione è da criminali. In pratica, se un'azienda dovesse vendere salmone colorato con sostanze tossiche, oppure alimenti inquinati da metalli pesanti, o anche carni avariate, ebbene nel momento in cui viene scoperto il reato (verosimilmente molto tempo dopo) la pena sarebbe una sanzione fino ad un massimo di 80.000 euro.
Naturalmente 80.000 euro sono una cifra enorme per il pescivendolo della via all'angolo, però mi chiedo se siano una pena sufficiente ad impedire che un qualsiasi grosso gruppo industriale desista dall'intossicarci tutti per anni e anni vendendoci cibo tossico senza farcelo sapere. Perché intanto, in quegli anni, potrebbe guadagnare a sufficienza da pagarne 100 di sanzioni simili, sulla pelle di tutte le persone che si sono mangiate il cibo tossico.

Mi sono ricordata a questo proposito dell'enorme quantità di informazioni falsissime e tendenziose che i vertici di note industrie alimentari italiane furono in grado di elargire su giornali, telegiornali e Porta a Porta quando scoppiò il caso mucca pazza anche in Italia. Report confezionò un servizio apposta sull'argomento, nel quale tra l'altro venivano portate per la prima volta all'attenzione di telespettatori storditi da reality show le colpe di aziende come Montana, che esportava carne avariata e macellava le vecchie mucche negli omogeneizzati. Il poco onorevole Giovanardi (allora era ministro) appena lo scoprì, anziché ergersi in difesa dei cittadini, tuonò contro Report.
Insomma siamo in buonissime mani.

Se poi, come sottolinea l'articolista del Corriere, le multe per chi diffonde le notizie sono più alte che per chi avvelena i cittadini (che la notizia sia vera o meno), siamo veramente spacciati. In pratica se la notizia genera "allarmismo" scattano sanzioni fino a 100.000 euro. Un giornalista con famiglia ci penserà due volte prima di pubblicare notizie sul presunto crimine commesso da qualsiasi grossa azienda alimentare, perché se poi l'azienda viene assolta si troverà a pagare di tasca propria. Un vero e proprio bavaglio all'informazione.

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1 Sguardi lasciati:

Anonymous Anonimo ha annotato...

Parlando di porcherie, una buona notizia : i lavoratori possono evitarna una leggendo

questo articolo che parla del contributo di solidarietà che vi verrà tolto in questa misura

- 0,35% della retribuzione contributiva, per i dipendenti in servizio,
- 0,15% dell'ammontare loro della pensione, per i pensionati.

Ma se ne può uscire con una letterina all'inpdap.

Vedete voi ; personalmente credo che sia solo un modo per furtarci sistematicamente del denaro, dato che i prestiti che dovrebbe finanziare sono emessi con DISCREZIONALITA' (ergo scelgono loro a chi e come) e quindi non si tratta di una copertura per tutti, ma di una per gli "amici" .

Fanculo !

luglio 18, 2007 6:04 PM  

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