02 luglio 2007

Latte artificiale

"Dopo trent’anni di boicottaggio nei confronti della Nestlé, accusata di promuovere il latte artificiale nei Paesi poveri o a basso reddito, la campagna contro il marketing aggressivo della multinazionale svizzera è ben decisa ad andare avanti. Era il quattro luglio 1977 quando scattò il boicottaggio dei principali prodotti della compagnia fondata da Henri Nestlé, (accreditato come inventore del latte artificiale nel 1867), in risposta a pratiche commerciali come la distribuzione gratuita di campioni di latte in polvere o la pubblicità diretta alle madri sui vantaggi del latte artificiale, propagandato come “sano quanto quello naturale”, anche nei Paesi poveri, malgrado la difficoltà di accesso all’acqua pulita per diluirlo e all’impossibilità per le donne di leggere le istruzioni in lingua straniera, con disastrose conseguenze sulla salute dei neonati." (continua qui)

Continuo a non comprare prodotti Nestlé senza difficoltà, ma mi rendo conto che è una battaglia non solo contro il cinismo e l'indifferenza di questa multinazionale, ma anche contro un modo di vivere che subliminalmente sta scivolando verso l'artificiale. Provate a cercare un bambolotto senza un biberon nella confezione... è impossibile trovarlo. Il biberon è diventato uno strumento indispensabile per ogni mamma. La verità è che è uno strumento inutile, creato per un esigenza fittizia e diventato oggetto comune col tempo e con le pubblicità. Secondo la Leche League solo una mamma su centinaia di migliaia ha realmente bisogno di ricorrere all'allattamento artificiale. Nonostante questo, quasi tutte le mamme ricorrono al biberon. Chiediamoci perché.
E poi chiediamoci come è possibile promuovere qualcosa di assolutamente inutile (l'allattamento artificiale) in paesi dove le condizioni sanitarie sono drammatiche, l'acqua un bene quasi introvabile, il latte in polvere qualcosa di troppo costoso. Le mamme ottengono campioni gratuiti di latte Nestlé, lo diluiscono per non finirlo troppo presto, i loro bambini muoiono di dissenteria e di denutrizione.
E' sapendo questo che vado in un supermercato. E trovo i prodotti Nestlé, con tanto di simbolo di passerotto nel nido. E non comprarli non mi costa niente
.

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20 Sguardi lasciati:

Anonymous Anonimo ha annotato...

Esatto, costa niente e fa sentire meglio quindi perchè non farlo ?
Ecco una listona di prodotti Nestlè

Ai disfattisti che dicono "tanto il boicottaggio è inutile, servirebbe una legge ad hoc, sono troppo potenti, tanto tolti ad un ladro vanno ad un altro" dico che hanno ragione solo in parte.Non basta solo il boicottaggio, ma sono pochi i casi in cui basta fare una sola cosa per risolvere un problema complesso.

Intanto diminuire i loro flussi di cassa certo li fa incazzare, specie facendo loro sapere perchè i loro bonus quest'anno saranno minori.

Occhio che non si tratta di attaccare la Nestlè in quanto Neslè..non tutti i comportamenti della società sono da osteggiare..è da osteggiare chi propaga informazioni false e tenziose a fini di lucro e a danni della gente. Se nestlè fa questo, sono cazzi amari della nestlè. Se Nestlè smette e corregge il tiro, potrei tornare a comprarli, ma ci vorrà tempo perchè ancora oggi non compro Nike (anche perchè sono un furto) e comincio pure a sentire pessime cose su LIDL, che pure ha ottimi prodotti.

luglio 02, 2007 1:34 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Io vorrei però, con il mio solito essere guastafeste, vedere il lato negativo della politica del boicottaggio.
Certamente posso boicottare Nestle (magari devo informarmi bene su tutte le sotto marche che comunque sono da lei controllate e i marchi di sua proprieta) ma mi sento come don chishotte, e non perchè combatto contro un gigante multinazionale che fa i suoi interessi a spese delle persone, ma perchè ne combatto solo una.
Mi domando, e non voglio essere polemico, se non esista un modo migliore per raggiungere il mio scopo.
A volte si sente per esempio di boicottaggio della Esso perchè rifornisce l'esercito americano in iraq, ma la shell, la q8 ecc...fanno altro...che si fa? A me la benzina purtroppo serve...il latte in polvere no... ma la benzina si...come tante altre cose...
Quando il sistema funziona in questo modo, non ci possiamo illudere di trovare santi all'inferno e quindi di rivolgersi a loro scartando gli altri, questo è quello su cui vorrei porre l'attenzione.
Un saluto

Primadirettiva

luglio 03, 2007 9:17 AM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Innanzitutto l'esempio di Don Chisciotte è fuorviante, sembra che boicottare qualcosa sia uno sforzo assurdo, con risultati incerti e grossi sacrifici.
Lo sforzo non esiste. Ho due prodotti sullo scaffale, compro l'altro. Nel 90% dei casi non mi privo di nulla, soprattutto se abito in città e ho la possibilità di raggiungere negozi che vendono ogni marchio di qualsiasi prodotto. Non c'è quindi nemmeno sacrificio, o perlomeno per me non ce n'è nessuno, se non quello di restare informata. E chi ha internet si informa con un paio di click sul mouse. Poi c'è il discorso dei risultati. Molti boicottaggi sono in piedi da anni e non hanno prodotto alcun risultati, altri sono stati un successo. Vedi quello verso Artsana, o quello contro Coca Cola che ha recentemente accettato di incontrare i vertici delle associazioni di boicottaggio per discutere le soluzioni. Naturalmente le grandissime multinazionali sono quelle che riescono ad ignorare per più tempo un calo minimo degli acquisti (a questo proposito volevo aggiungere: bisogna FARLO SAPERE che stiamo boicottando il prodotto, mandando magari una mail, altrimenti non si fa numero).
Vent'anni fa la pensavo come primadirettiva... cavolo io di questa cosa ho bisogno come faccio? Adesso apriranno anche i benzinai coop, mi sembra che le cose vadano per il verso giusto. Abbiamo in quasi tutti i campi la possibilità di scegliere. Nei campi che mancano, pazientiamo.

...ultima cosa riguardo il latte in polvere. Forse non sono stata abbastanza chiara: non ne ha bisogno NESSUNO (casi di agalattoidasi 1 su 400.000 mamme).

luglio 03, 2007 10:25 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Non è proprio cosi, perdonami, al di la dello sforzo, il risultato è irrisorio.
Ho due prodotti sullo scaffale, ne compro un altro, di un marchio che fa al 90% le stesse identiche cose di quello che ho boicottato, o nel caso idilliaco in cui posso scegliere, non compro quel tipo di prodotti, ma è raro poter decidere in tal senso.
L'esempio della benzina è il più chiaro, ma non è l'unico.
Credo che sia ingenuo, bello ma ingenuo, illudersi che questo possa servire, salvo per l'amor di Dio, casi particolari.
Il caso cocacola è una soddisfazione, mentre i benzinai coop sono solo distributori, la produzione è quella, lo sfruttamento esiste in nigeria come altrove, i diamanti si estraggono quasi tutti cosi, potrei fare una lista lunga...i produttori di qualsiasi cosa nemmeno sanno a volte che sfruttano gente dall'altra parte del mondo perche non sono loro a fare il lavoro sporco, o se lo sanno non sono interessati.
Mi pare un modo per illudersi che in realtà non sia l'intero sistema ad essere sostanzialmente così, mentre, salvo casi particoari, è proprio così...
La situazione del "consumatore" è simile a quella del "produttore" occidentale.
Uno si illude di non sporcarsi le mani comprando da una parte e non dall'altra, l'altro non si interessa di chi fa il lavoro sporco illudendosi così di non farlo, perche tanto non lo fa lui..
Se guardiamo in faccia la realtà...non è però proprio così...

PS
ho partecipato al boicotaggio cocacola.



Primadirettiva.

luglio 03, 2007 11:21 AM  
Blogger Sabrina ha annotato...

"Ho due prodotti sullo scaffale, ne compro un altro, di un marchio che fa al 90% le stesse identiche cose di quello che ho boicottato, o nel caso idilliaco in cui posso scegliere, non compro quel tipo di prodotti, ma è raro poter decidere in tal senso."

E' qui che sbagli. E che sbagliano tutti. L'alternativa eticamente valida c'è ed è spesso disponibile a fianco al prodotto da boicottare, solo che si è disinformati. Il caso della benzina (scusa se ti contraddico) è uno dei pochi casi in cui l'alternativa non c'è (non ancora). Per tutto il resto ti consiglio la GUIDA AL CONSUMO CRITICO, oppure di informarti online.

20 anni fa avevi ragione, oggi non più!

luglio 04, 2007 8:23 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Mi spiace, ma purtroppo non concordo.
L'alternativa eticamente valida (concetto ovviamente su cui ci si potrebbe discutere) c'è solamente una volta su ..boh facciamo 10 e mi tengo alto, e di solito se vogliamo fare del sano pragmatismo, è economicamente di gran lunga sconveniente (mi riferisco per esempio al commercio etico..), ma questo è tutto un altro discorso.
Le multinazionali si comportano piu o meno tutte nello stesso modo.
Se compro un paio di scarpe nike o adidas posso star praticamente certo che il comportamento dei due marchi,il loro modo di produrre ,e probabilmente addirittura le persone che fisicamente fanno le scarpe, sono gli/le stesse.
E anche se compro un paio di scarpe di una marca sconosciuta, che magari costano pure meno, posso anche li giocarmi mezzo stipendio, che la gente che le produce è la stessa.
Oramai anche le aziende non propriamente grosse, sfruttano i paesi emergenti e i lavoratori dei paesi emergenti...
non direttamente, nemmeno nike lo fa direttamente.
Ci sono delle "aziende indigene " che lo fanno per loro.
Questo per me non significa che non dobbiamo informarci o scegliere per quanto possibile, ma che non dobbiamo illuderci che questo sia piu di tanto utile e nemmeno, come alcuni forse fanno, credere in questo modo di avere le mani pulite..
Per la benzina francameente poi non vedo in futuro particolari sviluppi.
Anzi.
Si fanno guerre per il petrolio, non credo che uscirà fuori qualche imprenditore santo, o qualche megacooperativa (cooperative...negli ultimi anni Dio ce ne scampi) che voglia mettersi nel mercato petrolifero (o diamantifero...per fare un esempio, ma i diamanti a nessuno sono indispensabili) seguendo un contratto etico in concorrenza con le sette sorelle...

Saluti

Primadirettiva

luglio 04, 2007 10:30 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Primadirettiva, hai provato a seguire il suggerimento di Sabrina ad informarti?

Qualcosa mi dice che non l'hai fatto, perché altrimenti non staresti ancora a dubitare del fatto che esistano soluzioni più etiche rispetto alle altre. Tra l'altro, la tua posizione è paradossale: stringendo stringendo, il tuo discorso si riduce a "son tutti dei fetenti, tanto vale non stare a scervellarsi", cosa che è palesemente falsa.

Per quanto riguarda la benzina, la soluzione esiste: non usare l'auto. Come si fa? Si può fare, si può fare. Io lo faccio.

E comunque, non è neanche tanto rilevante che l'altra soluzione non sia più etica di quella boicottata: il punto è costringere il produttore del prodotto boicottato a scendere a patti con i boicottatori. In questo modo si potrà tornare a comprare il prodotto boicottato, boicottando quindi quello prima scelto come alternativa, il cui produttore a sua volta scenderà a patti (idealmente) con i boicottatori, e così via fino a quando sul mercato dovessero rimanere solo prodotti "etici".

Va da sé che è una idealizzazione della realtà ma, se il boicottaggio funzionasse (e se tutti aderissero funzionerebbe per forza) sarebbe quello il risultato che si otterrebbe.

luglio 04, 2007 11:51 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Primadirettiva, occhio a non generalizzare _troppo_

Chiaro che la maggioranza delle aziende tiene comportamenti molto meno che ottimali. Chiaro, pure, almeno per alcuni di economia e commercio (specie vecchio ordinamento) che la maggior parte delle azienda lavoro generando esternalità che incrementano molti costi nascosti e difficilmente misurabili, ciònondimeno presenti (vedi costo di andare in macchina in ufficio, una idiozia se non c'e' effettivamente bisogno della tua presenza fisica il telelavoro costa meno a tutti, ma danneggia taluni settori)

Tuttavia esistono, a rigore di logica, aziende che si comportano MENO PEGGIO di altre. Se ti fissi con l'idea di dover per forzare ottenere sempre un rendimento 100% ed una immediata soluzioni al problema X, allora implicitamente stai trascurando le altre soluzioni meno che ottime o meno che ideali.

Accettare una subottimalità non implica accettarla per sempre, ne tantomeno smettere di puntare ad un idea !

Tuttavia conoscere veramente chi è meno peggio è piuttosto difficile, su questo non mi faccio molte illusioni perchè raramente si ha la competenza scientifica per capire cosa accade e le conseguenze, o nemmeno si ha la mera conoscenza di quale losca manovra venga effettuata, da chi e per quale fine.

Però , di nuovo, non si può partire dalla fine. Di nestlè si evidenzia il latte in polvere , ed esattamente come il tuo datore di lavoro spesso ti torce il braccio sfruttando la tua relativa debolezza economica, allora io mi sento autorizzato a fare altrettano , ma solo nei confronti di chi mi danneggia.

Chiaro che nestlè non mi danneggia personalmente, tuttavia non condivido l'idea programmatica di convincere le donne a comprare latte in polvere li dove non serve o quando è peggio per loro. Perchè farlo ?

Ovviamente, per il profitto. Ma di chi ? Solo del venditore ? EH NO fanculo ! Che debba pagare non in moneta, in più darti la mia moneta per qualcosa di cui non solo non ho bisogno, ma addirittura mi danneggia...mavaffanculo, ladro e fetente !

Chiaro che le aziende preferiscono di gran lunga il tuo disfattismo :-) Io lo preferirei, se fossi azienda !

luglio 04, 2007 12:46 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Fabio, a me qualcosa dice che non mi stai a sentire invece.
Non ho detto che non si deve fare perchè tanto è inutile.
ho detto di non fissarsi sul boicottaggio perchè è sostanzialmente poco utile.
Certamente, anzi no, probabilmente come dice papacito c'è il meno peggio, ma di quanto non saprei e se anche fosse un "meno peggio" che si ritenga eticamente accettabile, sarebbe talmente limitato da essere difficilmente distinguibile e conoscibile da chiunque non sia all'interno.
Quello che secondo me sfugge, è che non si tratta di bravi o cattivi, non è mia intenzione dare un giudizio morale (non in prima analisi).
Si tratta di ruoli, di un sistema economico che sta in piedi in questo modo...tenderei a dire di strutture e sovrastrutture.
Sino a quando il sistema economico resterà questo (il sistema economico non è mai uguale a se stesso nel tempo, è una cosa molto dinamica e che dipende da vari fattori), non potrà che tendere a conseguenze del genere.
Al di la dei casi particolari, (truffe, sfruttamento o quello che si vuole) sono solo aspetti della stessa cosa: la tendenza a generare profito per chi detiene il capitale , anzi, per chi detiene il capitale maggioritario. Probabilmente io se fossi un'azienda preferirei il consumatore etico.
Qualsiasi esperto di marketing lo preferirebbe, perchè è facilmente prevedibile, incurante o quasi dei costi, e sostanzialmente è in grado di essere facilmente manipolato.
Ne più ne meno di chi deve forzatamente comprare nike, senno non si sente in pace col mondo.
Non voglio equiparare le due cose , assolutamente (dato che sembra si fraintendano le mie parole facilmente), volevo semplicemente tendere a far vedere un punto di vista diverso del problema.

Primadirettiva

luglio 04, 2007 5:28 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Si tratta di ruoli, di un sistema economico che sta in piedi in questo modo...tenderei a dire di strutture e sovrastrutture.

Al di la dei casi particolari, (truffe, sfruttamento o quello che si vuole) sono solo aspetti della stessa cosa: la tendenza a generare profito per chi detiene il capitale , anzi, per chi detiene il capitale maggioritario.

Non ti seguo ? Intendire dire che chi dispone di capitale e/o potere tende ad ottenere reddito, gli altri no ? Questo è vero, c'e' pochissima mobilità sociale perchè in realtà le opportunità sono veramente poche e spesso non permetto di realizzare guadagni sufficienti ad elevarsi oltre un certo livello di reddito nell'arco di una vita umana.

Vero che che esistono moltissime rendite parassitarie ed è questo ad essere seriamente grave, perchè è un ostacolo al merito o anche al semplice impegno costante, che in media rende più del parassitismo.

Peggio ancore le ideologie che sostengono l'individualismo assoluto come bandiera di libertà, mentre a mio avviso è la migliore bandiera di POVERTA' ! Infatti l'associazion e la collaborazione rendono forti, non l'individualità che , piuttosto, interesse per identificare i diritti minimi individuali.

Circa il consumatore etico...beh si sarebbe indirizzabile con minore sforzo, ma è comunque sensibile al prezzo.

Infatti per Sab e tutti gli altri è facile scegliere tra due prodotti fungibili, ma soprattutto di costi quasi identici. Se la scelta "etica" costasse il doppio, meno persone la farebbero, non fosse altro perchè c'e' meno denaro in giro per la gente.

luglio 04, 2007 7:45 PM  
Blogger Sabrina ha annotato...

Ma io non vi capisco davvero... che vuole dire "meno peggio"? Ditemi un prodotto (scarpe, carne, acqua, pasta, surgelati, vestiti, caffé, arredamento, latticini... qualsiasi cosa) ed io vi scriverò QUI e SUBITO quale marca (o quali marche) comprare. E non sto parlando delle "meno peggio".

Facciamo un esempio. Latte. Apro la mia guida al consumo critico (se non voglio cercare su internet) e trovo che Granarolo non compie nessuna nefandezza. Nessun paradiso fiscale, nessun finanziamento illecito, nessuna pubblicità ingannevole, nessuno sfruttamento dei lavoratori, nessun danno ambientale, nessun esperimento su animali, nessun uso di OGM, nessun abuso di potere e così via. Non è la "meno peggio", è una altrnativa valida. E non è la sola, tra le aziende che producono latte.

Certo, come sto ripetendo da due post, non esiste una alternativa valida in TUTTI i campi, ma quello che scrive primadirettiva è palesemente errato, basta informarsi. Al negozio del commercio equo vicino alla basilica di San Paolo, a Roma, ho comprato scarpe da ginnastica eque e solidali!!! Vent'anni fa me le sognavo, adesso ci sono. Spero presto di trovarle anche alla Coop qui vicino, ma a parte la pigrizia non ci sono più scuse. Lo ripeto, per quasi tutti prodotti, e di sicuro per TUTTI quelli essenziali. Altro che "meno peggio".

Sul discorso benzina io non posso che concordare con Fabio (non ho nemmeno la patente), ma comunque è un problema che risolveremo da qui a 20 anni. Perché finirà.

luglio 04, 2007 9:46 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Per rispondere a papacito, e chiudo, si piu o meno intendo quello.
Intendo dire sostanzialmente quella che per me è una banalità.
Cioè che il paradigma economico crea sovrastrutture sociali e non è quindi il boicottaggio di uno o di un altro marchio a modificare il paradigma, la struttura in questione.
Tutto il resto è si utile ma non se rischia di perdere di vista la questione principale che è questa.
Granarolo è certificata SA8000 (certificazione minima di rispetto dei diritti del lavoro, e non applicabile al settore estrattivo), e ovviamente avevo tenuto in conto che al mercato equo e solidale si trovassero anche scarpe da ginnastica, ma infatti ho tenuto un po da parte il discorso "mercato equo" sia perchè a volte non è nemmeno equo, sia perchè comunque credo abbia delle importanti limitazioni, forse solo temporanee, ma di cui non è poi il caso di discutere qui...tra cui prezzo, sistema di gestione economica, controlli, e spesso anche la qualità..
comunque probabilmente hai ragione sab, sono tendenzialmente pessimista... :)

Un saluto.

Primadirettiva

luglio 05, 2007 8:30 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Cioè che il paradigma economico crea sovrastrutture sociali e non è quindi il boicottaggio di uno o di un altro marchio a modificare il paradigma

No infatti non lo modifichi con il boicottaggio, perchè tanto non temere che chi ha mezzi finanziari e capacità starà sempre "sopra" un palmo a chiunque non ne ha e cio non è necessariamente un male.

Piuttosto mi sembra sempre male non colpire quelle aziende/entità che abusano del loro potere o lo usano in maniera deteriore, perchè se abusandone si arricchiscono continueranno ad abusarne..e a maggior ragione !

Sab circa la guida al c-c , ora mi sto cercando una copia online ..finora ho trovato solo questa del 2002. Pero' guardando su bol vedo che l'ultimo aggiornamento è del 2003, possibile che ci siano stati aggiustamenti ?

luglio 05, 2007 11:36 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

non era nemmeno esattamente questo che intendevo dire.
Intendevo dire che le relazioni sociali sono sovrastruttura della struttura economica.
Le relazioni fra le persone, le aziende e i comportamenti, si rifanno e sono decise dalla struttura economica.
Sino a quando la struttura economica è in un modo, la società che ne è la sua sovrastruttura sarà in un certo modo.
Questo a grandi linee, e un po' scorrettamente, era quello che intendevo dire.
Ancora più scorrettamente lo semplifico e lo banalizzo dicendo che è normale che l'impresa abbia il ruolo che ha, arrivo a dire che è ovvio che nestle si comporti cosi come altri fanno.
Il suo "ruolo" all'interno di questo "teatro" è questo.
Le cause non sono morali, sono cause profondamente economiche e strutturali.
Boicottare mi sembra un po come tappare i buchi di una nave che affonda con le dita...questo IMHO, ovviamente.

Primadirettiva

luglio 05, 2007 2:18 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

e relazioni fra le persone, le aziende e i comportamenti, si rifanno e sono decise dalla struttura economica.

Mah..per me le strutture non decidono niente, sono le persone che decidono come comportasi, a meno che alcune persone impongano più o meno sottilmente qualche modalità di pensiero (vedi ideologie dx, sx e religioni varie)

Ricordiamo quando la gente aveva grandissimo timore reverenziale del datore di lavoro e del politico , il "padrone" , un timore del tutto irrazionale , ma sostenuto dalla percezione di scarsità e la paura di soffrire.

Era più un tiranno che un datore di lavoro..e ovviamente molti datori di lavoro (non tutti!) ne approfittavano largamente, sfruttando fino all'osso e senza cura, essendo disponibili tutti a prezzi bassissimi , insieme ad un distorto senso dell' "onore dal lavoro"

Ancora oggi spesso il "capo" è una figura ambigua, spesso è un caporale e non un comandante, se pur si veste e si atteggia da tale. Talore prende le vesti di un intelligentissimo Berlusconi, che fa ampio uso di vaselina.

Quindi non stupisce che il boicottaggio sia ANCHE una forma passivo-aggressiva di ribellione : non potendo aggredire la "classe" dei capi (ricchi o poveri che siano) si sceglie una via piuttosto intelligente di colpirne alcuni, favorendone altri.

Però è inutile tornare alle idee di lotte di classe, specie quando le divisioni sono meno evidenti e i motivi di lotta meno forti..la fame è un grande motivatore, ma chi fa veramente la fame oggi ? Pochi, troppo pochi per pensare ad una rinascita dei movimenti operai.

Invece direzionare la produzione col consumo in una certa misura si può..guarda come Walmart ha stritolato la concorrenza sfruttando l'ingordigia del basso prezzo, alimentata dalla crescente povertà del cittadino U.S.

luglio 05, 2007 4:25 PM  
Blogger Sabrina ha annotato...

x Papacito: quella in formato cartaceo che ho io è del 2005, forse il formato online non è altrettanto aggiornato... comprala spilorcio!!! :D

x primadirettiva: pessimista e di sinistra??? che combinazione letale!!! :)

luglio 05, 2007 8:36 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Nella generalità dei casi, le persone decidono come comportarsi in base al ruolo che hanno, e il ruolo che hanno è deciso dal sistema economico.
non riconoscere questo, significa non riconoscere le profonde ragioni di crisi sociali praticamente ovunque, significa non riconoscere che la guerra in iraq è una guerra fondamentalmente economica e che il nazismo è in realta nato dalla situazione economica della germania dopo il primo dopoguerra e che era costretto a muovere guerra dato che l'economia del reich, e le spese che sosteneva sarebbe/sarebbero stata/e a breve insostenibile/i...ecc...
L'ultima tua frase papacito, dimostra quello che intendo dire.
I soggetti economici si comportano in base al paradigma economico esistente.
L'esempio walmart, per quanto parziale, è proprio calzante per dimostrare quello che intendo dire...

x sab...
già.. :)
Primadirettiva

luglio 06, 2007 7:51 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Prima, non c'e' solo l'economia a influenzare la vita, anche se non nego che sia una voce fondamentale.

luglio 06, 2007 3:24 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

in questo ho una visione molto marxista (bada bene non leninista, ci sarebbe da discutere pagine e pagine) o marxiana vedi tu...
Per come la vedo io la società è una sovrastruttura del paradigma economico...

luglio 09, 2007 10:15 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

in questo ho una visione molto marxista (bada bene non leninista, ci sarebbe da discutere pagine e pagine) o marxiana vedi tu...
Per come la vedo io la società è una sovrastruttura del paradigma economico...

luglio 09, 2007 10:15 AM  

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