Mele

A quanto pare c'erano fiumi di cocaina nella stanza d'albergo nella quale il deputato Mele aveva invitato due squillo per trascorrere una allegra notte alla faccia della famiglia, della lotta alla droga e dell'intransigenza nei confronti della prostituzione. Su questa vicenda si sono sprecati fiumi di parole. Credevo che l'onorevole Mele avesse avuto il buon gusto, oltre che di dimettersi dal partito, anche di abbandonare il parlamento. Avendo tradito ogni singolo cittadino che ha votato per il suo partito, dovrebbe quantomeno dedurre che occupa una poltrona impropriamente. Ma De Gregorio insegna che c'è sempre posto da qualche altra parte, quando si decide di restare. Così Mele si è iscritto al gruppo misto e in attesa di sistemazione migliore continua a votare le leggi, un po' più libero di fare quello che vuole, immagino. Poi deciderà se iscriversi a qualche altro partito di centro facendo finta che non sia successo nulla, se passare in Forza Italia assieme ad una folla di gente in fuga dal passato, oppure se passare con i Radicali, cambiando completamente idea su qui tre-quattro valori fondamentali che fino ad una settimana fa si adoperava a difendere. Quello che non capisco è come possano le massime cariche dello stato tollerare in parlamento qualcuno responsabile di gesti come quello descritto da Il Giornale: "[...] La ragazza, Francesca, ha raccontato in un’intervista che quella telefonata [di soccorso, ndSab] l’avrebbe fatta lei, mentre il parlamentare 50enne avrebbe cercato di toglierle il cellulare di mano per impedirle di chiedere aiuto."