12 novembre 2008

Tanto per fare il mestiere degli altri

Ho assistito per l'ennesima volta ad una puntata di Ballarò dove deputati di destra e di sinistra non facevano altro che correggersi e smentirsi a vicenda, con un unico risultato possibile: alla fine della trasmissione ogni spettatore poteva tranquillamente decidere quale delle due parti avesse ragione. Si annullavano a vicenda, senza che ne uscisse nulla di utile.
Floris poteva essere scambiato per un giornalista tanto quanto io per una campionessa di culturismo. Ma io mi domando: a che serve che la trasmissione la conduca Floris? La potrebbe condurre Nino Frassica, o Crozza, o anche Pippo Baudo. In fondo, se tutto quello che bisogna fare è decidere l'ordine in cui si parla, lanciare i filmati e leggere i cartelli dei dati, lì in mezzo può esserci chiunque. Non serve un giornalista, basta un presentatore. E infatti molte trasmissioni sono condotte da giornalisti che hanno dimenticato la differenza.

Faccio un esempio un po' meno recente. Ho visto una puntata di una trasmissione (non ricordo neanche più quale) durante quelle settimane in cui si dibatteva di limitare le intercettazioni. Adesso non se ne parla più. Problema risolto? Mah. Ad ogni modo, c'era Di Pietro che in maniera del tutto tenera, cercando di capirsi più che di far capire, spiegava che in Italia le intercettazioni sono utili e che vengono disposte secondo stretti criteri di necessità. Dall'altra parte c'era Gasparri. Costui ripeteva a pappagallo la solita tiritera: se si comparano i dati ufficiali, l'Italia intercetta più degli interi Stati Uniti. Il giornalista se ne stava lì beato, a passare parola prima ad uno e poi all'altro. Non ricordo se fosse Mentana o Floris... il discorso è lo stesso. Giornalisti che fanno gli arbitri. Possibile che al giornalista, per quanto mascherato da presentatore, non fosse risalita la bile in gola a sentire per l'ennesima volta le bufale di Gasparri? Bastava interromperlo garbatamente e dire: "Guardi signor Gasparri, i suoi dati sono incorretti." E spiegare brevemente perché. Poi avrebbe potuto ridare la parola a Gasparri, e via.

Sono capitata su un sito, e ho trovato una rassegna stampa essenziale riguardo l'inserimento di queste fantomatiche "classi ponte" per immigrati, che dovrebbero favorire l'integrazione... segregandoli in aule separate. Il sito è questo qui. Casomai mi capitasse di moderare un dibattito sull'argomento, proverò a invertire la tendenza. Nel mio piccolo. Resistere.

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