Pagare per spendere
E' quello che accadeva in Italia (unica eccezione in Europa) finché Bersani, dopo una doccia calda, non si è reso conto di una delle ingiustizie più idiote del nostro paese: i costi di ricarica. Qualche tempo fa Wind si era proposta come unico gestore che non faceva pagare il costo di una ricarica telefonica per cellulare. Poi ha visto che tutti gli altri lo facevano e si è detta: ehi! perché dobbiamo essere gli unici a non intascare una tassa sul nulla?
Quando si fa una ricarica (addirittura al Bancomat!) si paga un 10% alla compagnia per... nulla. Non c'è motivo per il quale per accreditare 50 euro sul mio cellulare debba pagarne 5 alla compagnia. Qualcuno potrebbe pensare che è il costo della distribuzione della card di ricarica o di stampa delle stesse. Ma allora perché pago il balzello anche quando ricarico dal tabaccaio? O al bancomat, appunto? Si tratta di una tassa sul nulla. Come la tassa sulle finestre nel 1700. La differenza è che i soldi non vanno allo stato ma agli amici dei politici, quelli delle compagnie telefoniche. Gente che gestisce aziende in deficit (o che promuovono porno gratis sui telefonini, per dirne una) senza che lo stato muova un dito. Applicano tariffe per telefonia e internet spropositate rispetto al resto d'europa per servizi di un lustro più arretrati. Si quotano in borsa nonostante abbiano debiti per cinque volte il valore dell'intera azienda. E fanno pubblicità con l'immagine di Gandhi.
Bersani ha aperto il cestino dei rifiuti, ha preso la prima schifezza che ha trovato e ci si sta facendo bello. Il resto dell'immondizia resta lì, ci penseranno i posteri.
Il mio telefonino è perennemente scarico. Non è che non abbia cinque euro per ricaricarlo, è che sono pigra. Ma sarò la prima a correre in edicola quando avranno abolito il costo di ricarica.
Quando si fa una ricarica (addirittura al Bancomat!) si paga un 10% alla compagnia per... nulla. Non c'è motivo per il quale per accreditare 50 euro sul mio cellulare debba pagarne 5 alla compagnia. Qualcuno potrebbe pensare che è il costo della distribuzione della card di ricarica o di stampa delle stesse. Ma allora perché pago il balzello anche quando ricarico dal tabaccaio? O al bancomat, appunto? Si tratta di una tassa sul nulla. Come la tassa sulle finestre nel 1700. La differenza è che i soldi non vanno allo stato ma agli amici dei politici, quelli delle compagnie telefoniche. Gente che gestisce aziende in deficit (o che promuovono porno gratis sui telefonini, per dirne una) senza che lo stato muova un dito. Applicano tariffe per telefonia e internet spropositate rispetto al resto d'europa per servizi di un lustro più arretrati. Si quotano in borsa nonostante abbiano debiti per cinque volte il valore dell'intera azienda. E fanno pubblicità con l'immagine di Gandhi.
Bersani ha aperto il cestino dei rifiuti, ha preso la prima schifezza che ha trovato e ci si sta facendo bello. Il resto dell'immondizia resta lì, ci penseranno i posteri.
Il mio telefonino è perennemente scarico. Non è che non abbia cinque euro per ricaricarlo, è che sono pigra. Ma sarò la prima a correre in edicola quando avranno abolito il costo di ricarica.
13 Sguardi lasciati:
Io ho wind, una volta caricavo con quanto volevo, ora carico con 50 euro a volta proprio per non pagare il costo di ricarica...
Eccetto che non è di bersani l'idea, ma di Andrea D'Ambra...
Beh aspetta D'Ambra ha fatto bene, benissimo, ma la sua raccolta di firme putroppo non ha valore legale (non autenticate).
L'attenzione datagli da Grillo e di altri media è un punto chiave, mentre la svolta viene dall'interesse del politico di turno.
Notare che solo il motivato rifiuto di milioni di persone poteva intimorire le TLC...ma un boicottaggio in piena regola, pur se quasi infallibile, richiede coordinazione, persistenza ed alternative .
E intanto se non ricarichi, come la chiama la findanzata/o, gli amici mamma e papà ?
Ma figurati..gli italiani sono cosi' furbetti da essere proprio degli autolesionisti fessi...ma è un male, in genere, dei consumatori mondiali. Da noi è quasi epico.
La petizione di Andrea D'Ambra ha raccolto sino ad ora 800000 firme ed è stata quella che ha fatto muovere la commissione europea, la quale si è rivolta al governo italiano che ha attivato il garante per le comunicazioni.
Bersani vuol far credere che l'idea sia stata sua... La realtà dei fatti è che è il classico politico che si approfitta della situazione è cavalca l'onda emotiva per accaparrarsi qualche consenso di chi non sa come stanno veramente i fatti. Infatti, Bersani non può fare praticamente nulla per le ricariche, visto che ci sta già pensando l'autorithy per le comunicazioni. L'unica cosa che si potrebbe fare sarebbe un decreto, ma Bersani ha già detto che il decreto non si farà e che, se mai, si tratterà di un disegno di legge: ergo, tempo previsto un anno.
L'AGCOM, invece, dovrebbe comunicare la sua decisione entro un mese.
Mah... "classico esempio" avrei qualcosa da ridire... di solito l'opinione pubblica viene strumentalizzata, non cavalcata. Stavolta si sono svegliati e hanno preso una decisione in accordo con essa. Ma ricordatevi, ad esempio, cosa ne pensa Bersani della TAV.
Comunque sono contenta che vengano eliminati i costi di ricarica a prescindere. Il fatto che solo per le ricariche più grandi (e nel caso unico di wind) non si pagasse il costo di ricarica faceva sì che chi non poteva permettersi una ricarica grande (quindi gli adolescenti, i ragazzi che spendevano in cellulare la paghetta, chi usava il telefono poco) pagava una tassa in più. Il che era assurdo.
Sabrì, non essere ingenua. :-) Non si sono svegliati. Non fosse stato per D'Ambra e gli 800000 firmatari non ne sarebbe uscito un bel niente.
Basti solo fare l'esempio dei tassisti: è bastato che facessero un po' di baccano e subito si è tornato sui propri passi.
Il tuo blog linka a quello di Beppe Grillo, magari leggere il suo post sull'argomento dovrebbe darti un'idea della situazione: http://www.beppegrillo.it/2007/01/bersanator.html
Val la pena leggere anche cosa D'Ambra stesso ha da dire in proposito: http://dambra.wordpress.com/2007/01/11/il-punto-della-situazione/
Interessante anche il riferimento alla finanziaria e al fatto che Bersani non abbia votato l'emendamento che avrebbe vietato l'applicazione di tariffe che non siano strettamente collegato al traffico telefonico, non trovi?
Già già.
Infatti "sono contenta che vengano eliminati i costi di ricarica a prescindere".
A prescindere da Bersani, dalle petizioni e dalla finta sinistra.
Non fosse stato per D'Ambra e gli 800000 firmatari non ne sarebbe uscito un bel niente.
E dai ! Guarda che il consenso su un argomento sta bene che sia espresso anche con una mega raccolta firme e se questo bastasse a cambiare molto in meglio, ben venga. E' da riconoscere lo sforzo di D'Ambra e delle centinaia prima di lui, ma allora...perchè non sono tutti ascoltati ?
Come dice il nano stonato, "se bastasse una sola canzone..."..bene il consenso, bene la partecipazione, ma okkio a cascare in facili democrazie elettroniche populistiche ed inaffidabili perchè facilmente, naturalmente soggette anche alle pulsioni di un momento.
Esempio : che ne dici eliminare le tasse ? Vota si/no. Tutti votano si e domani gli ospedali pubblici chiudono.
E' un caso estremo...ma serva a ricordare che la popolazione può essere la prima vittima del populismo.
Esempio per nulla calzante. L'anomalia esiste, è palese, tanto quanto è palese che è grazie alla petizione che la commissione europea si è mossa, e da lì tutto il resto.
Sono fatti, non opinioni, non credo ci sia nulla da discutere in merito.
A me non sembra tanto "palese". Voglio dire: è chiaro che Bersani deve aver avuto notizia della petizione (dubito che Bersani navighi attivamente su internet, probabilmente qualcuno gliel'ha riferito). Ma quello che voglio dire è che non c'è connessione con il fatto che questa legge sia stata presa in considerazione. Potevano essere due milioni di firme e il governo poteva fregarsene, come pure se avesse avuto interesse avrebbe ascoltato anche solo 10.000 cittadini e approvato una legge per loro. Ci sono esempi in cui il governo è andato contro la volontà popolare, e in alcuni casi (papacito ha ragione) andare contro non è un errore. Esempio non calzante, ma d'effetto: c'era una legge che stabiliva l'ineleggibilità di Nano. Nano ha vinto le elezioni. Volontà popolare contro legge.
Ritengo comunque che le raccolte di firme siano un'ottimo strumento per palesare l'opinione pubblica. Il unto è che, chi ci governa, dovrebbe aver già molto chiaro cosa vogliono gli elettori.
E' palese per chi ha seguito il caso dall'inizio, o per chi è a conoscenza di come sono andate le cose.
La serie di eventi che hanno portato alla situazione attuale la si può leggere qui: http://www.aboliamoli.eu/cronistoria.htm
La parte rilevante è questa: D'Ambra inizia la petizione -> 300000 firme vengono mandate alla commissione europea -> la commissione europea risponde e chiede delucidazioni al governo italiano -> Antitrust e AGCOM aprono un'indagine -> politici profittatori tentano di accaparrarsi facili consensi.
Grazie per il link fabio..è interessante la relazione dell'antitrust
Tuttavia, va considerato che i risultati ottenuti non tengono conto dei contributi
delle ricariche, e quindi il livello dei prezzi italiani viene in tal modo sottostimato.
Considerando l’incidenza media del contributo di ricarica sul prezzo minutario
(superiore, come si vedrà in dettaglio nel seguito, al 20%), il livello dei prezzi
“reali” appare, in prima approssimazione, quantomeno allinearsi a quello medio
europeo.
Ole'..ecco la vera bomba, solo che in pochi la vedono
Ma c'e' ancora...
Le evidenze illustrate - in termini di panieri OCSE e di ARPU medi per
paese e per singoli operatori - appaiono indicare un tendenziale allineamento dei
prezzi italiani rispetto a quelli medi europei.
Matematica questa sconosciuta :)
Questo risultato sembrerebbe
derivare da due distinti fenomeni che incidono in senso opposto sul livello complessivo del prezzo: da un lato, l’esistenza in Italia – unico paese in Europa –
di una componente di prezzo fissa per l’utenza derivante dal pagamento del
contributo di ricarica, che incide prevalentemente sugli utenti a basso consumo;
dall’altro, la presenza di una certa pressione concorrenziale sulla componente
minutaria del prezzo.
Tuttavia molti sono come Sab, non spendono, disgraziati !
Per cogliere la portata della TCG sul prezzo effettivo del servizio, occorre
considerare che nel 2005 la spesa media mensile in traffico dei clienti del
servizio prepagato – vale a dire della stragrande maggioranza degli utenti retail –
non ha raggiunto i 15 euro. Di conseguenza, qualora tali utenti si fossero avvalsi
del servizio in abbonamento, la sola tassa di concessione governativa avrebbe
provocato in media un aggravio di prezzo superiore al 40%
Ehhhh mannaggia, numeri e politica fanno a botte :) e chi ne esce rotti sono i poveri numeri e non solo, in genere il ragionamento ne esce rotto perchè ha pochissimo seguito.
Comunque resta un fatto: chi fa molte ricarichine finisce col pagare di più....quindi via sta fesseria del costo fisso di entrara..lo ritroveremo confuso in un mare di servizi o in un aumento del prezzo.
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