01 aprile 2007

Cinema che sorprende

Sono andata al cinema, ieri, quasi senza voglia. Davano uno strano film, del quale avevo visto di sfuggita il trailer in televisione: Il ponte per Terabithia. Sembrava una specie di Harry Potter e il fatto che con grande orgoglio venisse presentato come l'ultima creazione dei produtori di Narnia (altro film che ho trovato insipido) non mi predisponeva al meglio.
Mi sono dovuta ricredere! L'elemento fantasy è del tutto funzionale nel film, che è incentrato invece sull'amicizia dei due protagonisti e sui loro sogni. Lei è un piccolo genio della scrittura, lui un promettente futuro illustratore. La loro "testa fra le nuvole" crea Terabithia, il mondo immaginario dove giocano ogni giorno.
Che nostalgia vedere due bambini giocare come giocavo io quando ero piccola: correndo tra i prati, inventando paesaggi e personaggi, arrampicandomi tra i rami. Sembra quasi che sia un modo di giocare perduto, soffocato dalla televisione e dai videogame da un lato, e dalle attività extrascolastiche (calcio, pallavolo, piscina) dall'altro. E non voglio dare la colpa ai videogames o al calcetto... E' come se nessun genitore avesse più nemmeno il coraggio di lasciare andare i propri figli a perdersi in un bosco... mi sembra di sentirli: "girano sconosciuti", "sono altri tempi", "e se poi si fanno male?". Sembra che abbiano dimenticato in che modo si divertivano, loro, da bambini. O a quanto pare non ritengono più "sicuro" che i loro figli facciano altrettanto... Ad ogni modo un moto di nostalgia mi ha presa al cuore e mi sono divertita tantissimo. Sarà stato merito del film, dei ricordi felici dell'infanzia... o di entrambi?

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