14 aprile 2007

L'amore?

"Da un punto di vista psicologico l'amore non è altro che la soddisfazione di un desiderio, magari associato anche al raggiungimento di una certa stimolazione sensoriale. In gioco ci sono i concetti di piacere e gratificazione, che sono coinvolti anche nei comportamenti in cui si manifesta dipendenza", spiega a 'Geo' George Stefano, direttore del Neuroscience Research Institute alla Old Westbury di New York. In realtà la questione è più complessa e coinvolge anche fisiologia e biochimica: i più recenti studi infatti dimostrano che l'amore ha molti punti in comune con il fenomeno della dipendenza da droghe.

In occasione del "primo incontro" si manifesta infatti nell'individuo una vera e propria tempesta che gli scienziati attribuiscono a una molecola, la feniletilamina (Pea), che induce effetti simili a quelli delle anfetamine e agisce sul comportamento amoroso regolando la produzione di due ormoni, la dopamina, un neurotrasmettitore che genera sensazioni gratificanti e piacevoli, e la noradrenalina, che provoca eccitazione ed euforia.

"Si tratta di caratteristiche dell'amore romantico", chiarisce Helen Fisher, antropologa americana considerata la massima autorità in tema di biologia dell'amore. "Quella fase dell'amore che consente di concentrare un'enorme quantità di energia sul partner, che diventa l'unico motivo di interesse, al punto di non mangiare e non dormire più". Ma la fase dell'amore romantico è destinata a svanire nell'arco di un anno, per lasciare il posto a un nuovo periodo: "La fase dell'attaccamento", prosegue la Fisher, "in cui la coppia si prepara a mettere al mondo un figlio e ad accudirlo per gli anni a venire". Il passaggio è evidente anche a livello biochimico, come spiega a Geo Enzo Emanuele, del Centro Interdipartimentale di Ricerca di Medicina Molecolare di Pavia: "Mentre i neo-innamorati mostrano elevati livelli di una particolare sostanza, il fattore di crescita nervosa, nel corso del tempo la concentrazione di questa sostanza diminuisce. Si tratta di una molecola che aumenta quando sono in gioco solide interazioni sociali e in corrispondenza di forti emozioni e ansie".

Inoltre nella fase dell'attaccamento tende a salire il livello di altri due ormoni, l'ossitocina nella donna e la vasopressina nell'uomo: sono gli ormoni dell'appagamento e della fissazione nella memoria di ricordi positivi. Il terzo sistema cerebrale analizzato dagli esperti infine è quello legato all'attrazione sessuale, che spinge gli individui ad accoppiarsi ed è legato essenzialmente alla produzione di testosterone.

"In realtà", spiega ancora Helen Fisher, "questi tre sistemi possono funzionare benissimo anche in modo indipendente l'uno dall'altro". Oppure si possono intersecare, come quando, dopo aver fatto l'amore con una persona amica, ci si ritrova pazzamente innamorati: in questo caso l'elevato tasso di testosterone provocato dall'eccitazione sessuale induce un'alta produzione di dopamina e scatena l'amore.

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4 Sguardi lasciati:

Anonymous Anonimo ha annotato...

Pur se l'amore ha una spiegazione razionale e meccanicistica - ed io credo l'abbia - è inutile crucciarsene... siamo tutti soggetti ad esso e nessuna spiegazione riuscirà mai a renderlo meno poetico, coinvolgente, ricco e, in ultimo, causa ed effetto per il quale siamo qui a parlarne affatto.

La prossima volta che ordini pizza, avvisami, te la porto io. ;-)

aprile 14, 2007 11:26 PM  
Blogger Sergio ha annotato...

Ridurre l'amore solo ad aspetti chimico-biologici, a molecole e ad ormoni, uccide la "poesia dell'amore"!

aprile 14, 2007 11:50 PM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Sergio, no, non la uccide. L'amore è quello che è, prenderne atto non può sminuirne la poeticità. Ché forse dopo aver compreso come funziona l'amore, ne sarai meno coinvolto?

Sarebbe come sputare del cibo che un secondo prima si era apprezzato come "ottimo", solo perché qualcuno ci ha informato di cosa si trattava veramente.

aprile 15, 2007 1:37 AM  
Anonymous Anonimo ha annotato...

Serve sapere che alcuni stati mentali sono fortemente influenzati da quella che sembrerebbe essere biochimica riproduttiva ; forse la conosciamo poco , ma senza dubbio funziona ! E la prova siamo noi stessi.

Altro è ridurre ogni comportamento umano ad una serie _semplice_ di cause-effetto ..che sono una generalizzazione, un modello di qualcosa di ancora più complesso (talora noisoamente complesso)

Io credo che uomini e donne funzionino seguendo (inconsciamente) molte invarianti chimico-fische , ma che la combinazioni di queste n varianti sia talmente grande (se pur finita) da non poterle sperimentare tutte in una vita (troppo poco tempo).

Sarebbe interessante verificare che certi comportamenti affettivi, riproduttivi, socializzativi umani hanno frequenza maggiore di altri..ancora più interessante controllare le ciclicità di comportamento che portano una persona a ripetere sempre gli stessi errori, con persone simili o addirittura diverse.

In genere è una ricerca dentro se stessi..di ciò che "ci muove" ..distaccandosi abbastanza da vedere cosa proviamo, cosa sentiamo ricercando però catene cause-effetto...catene da cui NON dobbiamo sentirci solo vincolati...anzi la loro presenza ci aiuta a spiegare almeno parte di quello che accade senza ricorrere a superstizioni.

Non bisogna rinnegare il "lato animale" che funziona più semplicemente, bisogna capirlo. Non sopprimerlo, non negarlo, ma temperarne gli eccessi attraverso la razionalità.

aprile 15, 2007 5:09 PM  

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