Da Il Manifesto del 23 Settembre
La notizia ha del clamoroso: la Coca Cola accetta di scendere a patti con il sindacato colombiano Sinaltrainal, promotore di una campagna mondiale di boicottaggio per vedere rispettati i diritti dei lavoratori negli stabilimenti andini, e in cambio lo stesso sindacato si appresta a sospendere il boicottaggio. Luis Javier Correa Suarez, presidente del Sinaltrainal, ha annunciato ieri che a New York è in corso una serrata trattativa tra il sindacato colombiano - che da tre anni e due mesi porta avanti il boicottaggio con l'appoggio di organizzazioni internazionali - e la company di Atlanta, accusata di una feroce strategia antisindacale nel paese andino, attuata nche con la complicità degli squadroni della morte paramilitari, che avrebbe causato dal 1990 ad oggi l'assassinio di 8 sindacalisti e 179 gravi violazioni dei diritti umani. L'ultima, in ordine di tempo, l'uccisione il 19 settembre di Alejandro Uribe, membro della Federazione agromineraria del Sur del Bolivar, che lo scorso agosto aveva accompagnato una delegazione della Reboc (Rete italiana Boicottaggio Coca-Cola) in una visita della zona mineraria sotto controllo della multinazionale Anglo Gold Ashanti-Kedahda s.a. Il pre-accordo sottoscritto dalle parti, e i cui punti essenziali sono stati resi noti dallo stesso Sinaltrainal, parla di una strategia generale per risolvere l'annosa disputa e afferma che le trattative riguardano, in primo luogo, una politica generale sui diritti nei luoghi di lavoro della Coca-Cola Company, non solo in Colombia ma in tutto il mondo. C'è poi a ricerca di trovare forme di risarcimento per i sindacalisti e per i loro familiari che dal 1990 ad oggi hanno subito violazioni dei diritti umani e sindacali; infine un accordo generale per la creazione di un processo che consenta alla Coca-Cola e alla ong statunitense International Labor Rights Fund di trattare le questioni relative al rispetto dei diritti sindacali che dovessero presentarsi all'interno del Coca-Cola System. Da parte sua, il Sinaltrainal deve assicurare la sospensione del boicottaggio in corso, almeno per il tempo necessario alla company di dimostrare la sua buona fede sull'accordo sosttoscritto. La Reboc, che ha organizzato il boicottaggio in Italia fin dal luglio del 2003, commentando questa notizia ha dichiarato: 'Abbiamo dimostrato ancora una volta che la solidarietà internazionale tra lavoratori e consumatori critici può battere anche un gigante come la Coca-Cola e dare un contributo essenziale per la globalizzazione dei diritti. Da parte nostra siamo pronti a fermare definitivamente il boicottaggio se e quando si arriverà ad un accordo soddisfacente'. Sempre ieri, a Roma, si è tenuta la riunione del Comitato Verità e Giustizia su Coca-Cola in Colombia, che si appresta ad inviare una commissione d'inchiesta nel paese. Fim-Cisl, Cobas, Arci e Centro Nuovo Modello di Sviluppo pensano che la notizia del pre-accordo sia un importante passo avanti. (Marina Zenobio)Etichette: economia, politica, società
4 Sguardi lasciati:
Questo è un notizione! :D
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Se fosse per me la Coca Cola sarebbe fallita da un pezzo!
Sarà qualche decennio che non ne bevo una ed anche quelle bevute nella mia vita sono veramente poche.
Dicono che gli "anziani" hanno dalla loro parte l'esperienza; bene, allora secondo la mia esperienza: .... preferibile un'"ombra" di cabernet (che è anche meglio di "internet") ad una Coca Cola!!!
Sergio
Nota: "Ombra", a Venezia, significa un bicchiere di vino
Suona veramente dell'incredibile... ma dubito che la Coca Cola Company ci rimetterà. Il suo prodotto aumenterà di prezzo e noi dovremo pagare. Non mi sto certo lamentando, ma a quel punto, invece che non berla per boicottaggio, non la berrò per il prezzo! :)
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