25 marzo 2008

Controllo delle nascite

C'è chi è andato oltre la modesta proposta. In India hanno deciso di regalare il porto d'armi a chi si fa sterilizzare. Che poi è quasi una doppia soluzione, no? Non fanno figli, e in più all'occorrenza si sparano fra loro. Qualcuno potrebbe trarne ispirazione per una nuova legge.

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19 dicembre 2007

Il clima di Natale

Pufffff... Che fatica le vacanze di Natale!
Tra staffette per le cene ed i pranzi dai parenti, i regali per tutti, le mega-ricorrenze, il volontariato, la chiusura degli uffici, il blocco delle poste e tutto il resto... Salto da un posto all'altro con la velocità di un insettino e nel freddo mi chiedo se durante le feste il mondo intero smetterà di girare, con i suoi problemi, le sue diatrive, le eterne discussioni, la confusione, i dibattiti. Probabilmente no.

Prendendo un caffé e leggendo un giornale sono venuta a sapere che la moratoria dell'onu contro la pena di morte è passata, e che qualcuno in particolare si è molto risentito del fatto che l'Europa si sia schierata in questo modo. Libertà è anche avere uno stato libero di ammazzare chi vuole se lo ritieni giusto, e l'ex-ambasciatore USA John Bolton ha ribadito la sua convinzione che la pena di morte sia una istituzione di grande efficacia "preventiva e punitiva". Un qualsiasi giornale serio avrebbe riportato di fianco a quelle dichiarazioni i dati statistici ufficiali che smentiscono queste dichiarazioni (ormai sono conoscenze di pubblico dominio, non l'opinione di un istituto solo), ma è chiaro che il Corriere ha bisogno del supporto dei benpensanti e quindi meglio far suonare tutte le campane e non contraddirne nessuna. La pena di morte non ha nessun effetto preventivo perché non ha nessuna efficacia come deterrente, semmai è proprio l'esatto contrario. E poi si potrebbe discutere se nel concetto di punizione rientri anche ammazzare qualcuno. Per me sono due cose distinte, ma ovviamente Bolton non la pensa così. Comunque sul giornale nessuna discussione in proposito, continuerò a parlarne con i miei amici.

L'altra notizia per il quale il Papa sta facendo salti di gioia è quella della mancata approvazione di un registro per le unioni civili a Roma. Dopo i pagioni di Avvenire, Walter non poteva permettersi di schierarsi contro il "sentimento religioso" di molta gente (ad esempio il mio), e così ha preferito fare incazzare il loro sentimento laico (ad esempio di nuovo il mio) votando assieme ai conservatori contro una proposta che definire giusta è una figura retorica. Stiamo parlando del minimo dei diritti che si possono concedere ad una coppia omosessuale. Pure Schwarzenegger in California, seppur opponendosi con forza ai matrimoni gay, ha sfidato il suo partito e concesso agli omosessuali alcuni diritti che oggi in Italia spettano solo alle coppie sposate etero. Non solo siamo ultimi in Europa, ma anche dietro i Terminator!!! Cioè siamo delle fetecchie. Grazie Veltroni! Grazie nuovo Partito Democratico!

Buon Natale a tutto il mondo che gira, nonostante tutto!
Io mi avvio, che oggi pomeriggio ho un altro regalo-tour in programma.

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19 novembre 2007

Mine e contraccettivi

Il Papa ha detto ai vescovi proveniente dal continente più povero del pianeta che l'Aids dilaga perché non c'è una corretta concezione del matrimonio. Chiunque sia stato in Africa e abbia visitato una missione sa che spesso là i preti distribuiscono contraccettivi e si preoccupano di fare educazione sessuale in maniera seria, non secondo la dottrina del Papa. Lo fanno per un motivo molto cristiano: perché così salvano più vite. Che dovrebbe essere la priorità.
Poi il Papa ha ricordato loro che l'aborto è sbagliato. Ok, l'aborto è sbagliato. Pasolini scriveva che anche lui era contrario all'aborto, ma per questo era favorevole all'uso dei contraccettivi. Perché la tragedia è a monte. Chi abortisce non lo fa per comodo! E' troppo facile credere che esistano donne che vanno ad abortire come se fosse un modo semplice e veloce per eliminare gravidanze indesiderate. Andateci in un consultorio!!! Quando una donna va ad abortire, il dramma è già accaduto, il bambino che non nasce è una conseguenza: delle condizioni sociali, delle violenze, della condizione femminile, della società perbenista e bigotta. E anche del fatto che si considera peccato la contraccezione.
Del fatto che il Papa, nell'ultimo angelus, abbia intimato la comunità mondiale di porre fine alla costruzione delle mine antiuomo se ne parla poco o niente, nei salotti della tv o nelle discussione tra vip. Ignorare le cose sensate che dice è la strategia migliore per evitare che le persone gli diano credito.

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20 ottobre 2007

Cine Ma Etico

A Roma c'è la Festa del Cinema.
Questa Festa del Cinema ha degli sponsor. A Roma c'è anche un regolamento sugli sponsor, creato proprio da Walterino. Quando lo venni a sapere, ero entusiasta! Mi ero appena divorata il fegato perché la GMG di Ratzinger a Colonia aveva tra gli sponsor la più grossa delle Banche Armate. Poi Walterino creò questa legge, che dice che se la tua azienda dà all'eticità un valore inesistente, il comune non ti accetta come sponsor in nessuna delle sue attività. Il Papa può continuare ad accettare ditte assassine come sponsor, ma almeno il comune di Roma non l'avrebbe più fatto. Stupendo! Mitico! Ma... mi arriva via mail questo comunicato dalla Campagna Sponsor Etici. Lo pubblico qui di seguito, e comprenderete da soli perché stamattina sono di pessimo umore.

Anche quest’anno il festival internazionale del cinema di Roma è finanziato da sponsor non etici. Sui 15 milioni di budget complessivi, gli enti pubblici (Comune di Roma, Regione Lazio, Provincia di Roma, Camera di Commercio di Roma) contribuiscono per il 40%, mentre gli sponsor privati per il 60%.

La Campagna Sponsor Etici per Roma ha commissionato ad Oppidum (Osservatorio Popolare Permanente su Imprese e Diritti Umani) il monitoraggio dei comportamenti dei 136 sponsor privati del Festival.

I risultati del rapporto di Oppidum (su www.osservatorioimp rese.org) sono sconfortanti: dei 136 sponsor solo 4 sono stati sottoposti al vaglio, che sarebbe obbligatorio per tutti, del Comitato etico nominato dal Sindaco. Sono stati rilevati almeno 9 sponsor che hanno violato il regolamento comunale sugli sponsor etici e di cui, quindi, il Comune di Roma avrebbe dovuto rifiutare i finanziamenti.

Ai 9 sponsor non etici sono attribuibili complessivamente 90 violazioni dei principi etici del regolamento, dalla produzione al finanziamento dell’export di armi, dalla discriminazione razziale ai rapporti con regimi oppressivi come quello birmano, dall’inquinamento ambientale a violazioni delle norme sulla concorrenza.

“Nonostante il Comune di Roma abbia approvato ormai da 3 anni il regolamento sugli sponsor etici, - dichiara un rappresentante della Campagna Sponsor Etici - nonostante sia stata riaperta la campagna per chiederne il rispetto, con centinaia di firme raccolte tra i cittadini, anche quest’anno troviamo tra gli sponsor aziende che a norma di regolamento andavano sicuramente escluse. Ad esempio il regolamento esclude le imprese che producono e le banche che finanziano l’import-export di armi, ma troviamo di nuovo sia la Finmeccanica che la Banca Nazionale del Lavoro, che secondo documenti ufficiali della Presidenza del Consiglio rispettivamente sono al primo posto per l’export di armi e al quarto posto del finanziamento all’export di armi’.

Tra le aziende censurate da Oppidum troviamo anche L’Oreal e Nespresso del gruppo Nestlé, il più boicottato al mondo per violazioni dei diritti umani legate al commercio di latte in polvere (1,5 milioni di bambini che muoiono ogni anno nel sud del mondo secondo l’Unicef) e dei diritti sindacali in Colombia.

Altre aziende censurate sono Autostrade e Autogrill, entrambe del gruppo Benetton, ripetutamente e pesantemente multate dall’Antitrust, Enel, protagonista di gravi episodi di inquinamento e di cui viene criticato il coinvolgimento nel nucleare e l’aumento del ricorso al carbone in tempi di Protocollo di Kyoto e di cambiamenti climatici. Costituisce certamente una sorpresa, inoltre, la presenza di aziende che fanno affari con il regime birmano, contro cui sia il Sindaco Veltroni che il presidente della Fondazione Cinema per Roma Bettini si sono pubblicamente schierati.

“In effetti – prosegue il rappresentante di Sponsor Etici – sia Bulgari (noto marchio di gioielli) che la Avio (azienda del gruppo Finmeccanica) sono presenti nella lista di aziende che fanno affari in Birmania diffusa dalla CISL la scorsa settimana. Visto l’impegno del Sindaco a fianco del popolo birmano ci auguriamo che questo aspetto sia accuratamente monitorato per l’eventuale esclusione di queste aziende. Da parte nostra non possiamo che rilevare che le violazioni al regolamento comunale, da quando è stato approvato, hanno ormai superato le 500 e chiedere al Sindaco se quella delibera del Consiglio Comunale ha un valore o se viene considerata, come pare, carta straccia, riducendo il ruolo del Comitato Etico presieduto da Onida a pura operazione d’immagine”.

Nel frattempo la Campagna Sponsor Etici lancia il controfestival ‘Cine Ma Etico’.
“Presenteremo una pellicola che racconta lo scandalo degli esperimenti su cavie umane condotti in Africa da una multinazionale del farmaco. Questa multinazionale ha sponsorizzato un evento comunale quando già il regolamento sugli sponsor era in vigore. In contrapposizione con il festival ufficiale, il controfestival sarà in periferia e si avvarrà di sponsor etici”. Il Controfestival si terrà il 24 Ottobre dalle ore 20,30 presso la Sala Cinema della Parrocchia San Girolamo a Corviale, via dei Buonvisi 3 (Zona Portuense), sarà sponsorizzato da imprese dell’altraeconomia romana e presentato da Padre Alex Zanotelli.

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12 ottobre 2007

Difesa

Parisi ha detto che ridurre i fondi destinati alla Difesa metterà a rischio il rifinanziamento delle nostre "missioni di pace", quelle che il nostro Stato compie in violazione della nostra costituzione (si va palesemente a risolvere dispute internazionali con la guerra) per onorare accordi internazionali, mandando a morte giovani soldati per rispettare la parola data. Non possiamo proprio fare a meno di quegli Eurofighter.

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08 ottobre 2007

Marciato





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01 ottobre 2007

Esserci e marciare

L'anno scorso non ci sono andata, ma quest'anno parteciperò di nuovo alla Marcia per la Pace. Praticamente ogni anno ero lì, dai tempi del liceo, a sventolare bandiere, ridere, scherzare, scivolare tutti insieme da una città all'altra gridando al mondo che la guerra non è mai la risposta, che ci siamo abbastanza evoluti dalle scimmie da farne a meno, che sono seimila anni che "se vogliamo la pace prepariamo la guerra" e l'unica cosa che abbiamo ottenuto è stata altra guerra.
Beh io ci sarò, se ci sarete anche voi fatemelo sapere!

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20 agosto 2007

Serie raccomandazioni

I diritti umani sono a rischio. Human Rights First dice che sempre più sono a rischio i diritti delle minoranze religiose, etniche o di qualsiasi altro tipo. I crimini di antisemitismo hanno raggiunto il picco più alto dal 1984, le violenze contro gay e lesbiche sono in aumento, le discriminazioni contro i mussulmani sono ovviamente in ascesa. Il tutto, dice il rapporto, nell'indifferenza dei governi degli stati europei.
Quelli di Human Rights Forst non sanno che in Italia i razzisti li votiamo e li mandiamo al governo. Gente che fomenta l'odio razziale diventa ministro e promuove l'intolleranza in televisione. Il bigottismo è una cosa di cui vantarsi, quindi se i gay non hanno ancora quei diritti di convivenza che un parlamentare già ha, non c'è nulla di sbagliato. Se un politico vuole prendere a cannonate gli immigrati è la norma, anzi è una nota di colore. E se le autorità religiose appoggiano tutto questo, con tanto di pseudo-crociate ideologiste contro l'invasione islamica della nostra povera "eurasia", c'è sempre qualche onorevole che è d'accordo con loro e che prende voti per questo.
Human Rights First dovrebbe chiedere all'Onu di considerare l'Italia un paese in piena regressione socio-culturale. E dovrebbe chiedersi perché il suo rapporto non appare nella prima pagina di nessuno dei giornali principali, troppo impegnati a riportare la soluzione dell'ultimo omicidio con giallo estivo all'italiana.

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16 giugno 2007

Eyes on Darfur

C'è chi ha deciso di "continuare a non finanziare" Amnesty.
Invece io raccolgo la richiesta di un amico di blog e vi invito a visitare il sito di Amnesty dedicato alla crisi in Darfur (qui in inglese oppure le traduzioni di homoweb indicatemi da Luigi).
Qualche giorno fa ho visto che aprendo google-earth compariva in Africa lo stato del Darfur evidenziato ed erano indicati uno per uno tutti i villaggi distrutti, incendiati o sfollati. Lì c'è un'emergenza umanitaria in corso, e i nostri telegiornali parlano di vacanze al mare e gelati alla fragola.

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11 giugno 2007

Smilitarizziamo la chiesa

Non sapevo fosse in discussione un ddl per togliere gradi e limitare i costi relativi ai cappellani militari in servizio. Era dai tempi di Don Milani che non sentivo più una parola su questi sacerdoti, che predicano la pace e contemporaneamente benedicono chi va a morire senza motivo.

Cappellani militari senza stellette e senza oneri per lo Stato. È l’obiettivo del disegno di legge presentato dal senatore dei Verdi Gianpaolo Silvestri che presto verrà discusso dalle Commissioni Affari Costituzionali e Difesa di Palazzo Madama, prima di approdare in Aula. Il ddl si ispira alle proposte di Pax Christi, che da oltre dieci anni si batte per sciogliere gli Ordinariati militari, smilitarizzare i cappellani degli eserciti e affidare la cura pastorale dei soldati ai sacerdoti delle parrocchie nei cui territori sorgono le caserme. Ma fa anche un po’ di conti nelle pieghe dei bilanci dei ministeri della Difesa e dell’Economia e scopre che nel 2005 – ultimo dato disponibile – i 190 cappellani in servizio (oggi invece sono 193) sono costati allo Stato italiano 10milioni e 817mila euro, cioè poco meno di 58mila euro a testa all’anno.

“È una proposta – spiega ad Adista il senatore Silvestri – che intende dare attuazione ad una storica battaglia del movimento pacifista cattolico iniziata da figure come don Milani e padre Balducci. Non vogliamo più nessuno che benedice armi, perché quelle armi uccidono. Ciò non significa che non ci debba essere l’assistenza religiosa nelle forze armate. Ci sostengono altre due argomentazioni: in Italia, secondo la Costituzione e il Concordato, non c’è più una ‘religione di Stato’ e quindi la figura del cappellano militare è anacronistica e, per certi versi, anticostituzionale, anche perché si riserva una corsia preferenziale alla Chiesa cattolica rispetto alle altre confessioni; inoltre si tratta di una enorme spesa per le casse dello Stato, che non sembrano godere di ottima salute”.


Il resto dell'articolo lo trovate su Adista.

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31 maggio 2007

L'indice della Pace

Secondo il Global Peace Index, un rapporto pubblicato ieri e preparato da esperti inglesi su commissione di un filantropo pacifista australiano, l'Italia è al 33° posto tra i paesi che "promuovono e incoraggiano la pace". Lo studio esamina 121 nazionie e confronta diversi fattori tra i quali anche la criminalità, la qualità dell'istruzione, la tolleranza delle religioni in minoranza,il grado di democrazia... il tutto per determinare dove la pace è più "salvaguardata" nei fatti (anziché a parole). A quanto pare la Norvegia è la prima in classifica, poi Nuova Zelanda, Danimarca, Irlanda, Giappone, Finlandia, Svezia, Canada eccetera. Il paese più pericoloso è ovviamente l'Iraq.
L'Italia, come dicevo, è al 33° posto. La Germania è al 12°, l'Austria al 10°, la Spagna al 21°. Dopo di noi ci sono la Francia e la Gran Bretagna (come mai non sono sorpresa?). Non mi sorprende nemmeno che gli Stati Uniti siano al 96° posto, e considerato che al 97° c'è l'Iran che è il loro prossimo bersaglio militare, direi che la classifica è ben redatta.

Dice l'articolista di Repubblica.it:
"L'idea di un "indice della pace" ha ricevuto il sostegno di premi Nobel e personalità come il Dalai Lama, l'arcivescovo sudafricano Desmond Tutu, l'ex-presidente americano Jimmy Carter, la regina Noor di Giordania, l'economista Joseph Stiglitz. L'utilità dell'iniziativa, afferma il suo creatore Steve Killelea, consiste "nell'individuare gli elementi che caratterizzano i paesi più pacifici e adottarli come un modello per i meno tranquilli". E quali sono questi elementi? "Un benessere di massa e un alto grado di istruzione, oltre a buoni rapporti con gli stati vicini", rispondono gli analisti dell'Economist Intelligence Unit: ecco perché i 27 paesi membri dell'Unione Europea figurano complessivamente bene nella classifica della tranquillità."

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08 maggio 2007

Lettera al Presidente del Consiglio

Non è mia, naturalmente, ma di Alex Zanotelli.

Egregio Presidente del Consiglio,
Pax et Bonum. Le auguro di cuore che questa antica benedizione francescana che raccoglie quella ebraica dello Shalom (pienezza di vita) diventi il Suo programma di governo. Io avevo tanto sperato che il suo governo avrebbe riportato l’Italia a essere Paese non più in guerra con altri Paesi, come prevede la Costituzione italiana (art.11). Purtroppo non è stato così. Ne prendo atto con rammarico. Devo confessarle che non me lo aspettavo. Non mi aspettavo la decisione di rimanere in Afghanistan. Una guerra ingiusta contro un popolo che non ci aveva fatto proprio nulla. Ma soprattutto non mi aspettavo una politica che mira a rendere l’Italia un Paese armato e a immetterlo nel complesso militar-industriale mondiale.

I fatti sono sotto gli occhi di tutti:

1. Il suo invito, lo scorso settembre durante la sua visita in Cina di porre fine all’embargo europeo e italiano per la vendita di armi al colosso cinese, è stato per tanti di noi un primo colpo al cuore.

2. La finanziaria di quest’anno ha stanziato 22 miliardi di euro per la Difesa. Un aumento del 12% rispetto alla ultima finanziaria del governo Berlusconi. Siamo al settimo posto al mondo per le spese militari.

3. Nella finanziaria di questo anno l’articolo 113 istituisce “un fondo per le esigenze di investimento della difesa” cioè per la ricerca militare. Si tratta per i prossimi tre anni di qualcosa come quattro miliardi e mezzo di euro. È un fatto di estrema gravità.

4. Il sottosegretario alla difesa, on. Forcieri, ha firmato a Washington lo scorso febbraio il protocollo di intesa su produzione e sviluppo del caccia F-35 (Joint Strike Fighter). Se ne costruiranno oltre 4.500 esemplari al prezzo di 45 milioni di euro cadauno. Per questo progetto l”Italia dovrà stanziare subito un miliardo di euro.

5. La decisione di ampliare la base americana di Vicenza (aeroporto Dal Molin) presa dal suo governo contro la forte opposizione della popolazione vicentina è molto grave.

6. Il rafforzamento delle basi militari americano e Nato, soprattutto nel Sud Italia, che diventa la nuova frontiera della guerra al terrorismo. La base di Sigonella (Sicilia) è in procinto di essere triplicata, mentre Napoli diventa la nuova sede del Supremo Comando navale americano di pronto intervento che giocherà tramite il “Comando dell’Africa” (Afri-Com) un ruolo notevole per il controllo americano del continente nero.

7. La firma, lo scorso febbraio di un memorandum di accordo quadro per fare entrare il nostro Paese sotto l’ombrello dello “Scudo” antimissile. Un accordo negato all’inizio dal suo governo e in un secondo tempo, ammesso. Così l’Italia e Polonia sono dentro il programma dello scudo antimissile mentre Grecia e Turchia non lo hanno accettato. Questo spacca ulteriormente l’unione europea e fa infuriare la Russia che grida alla “minaccia”.

8. Secondo il rapporto del suo governo presentato in parlamento lo scorso marzo, l’Italia ha venduto armi per un valore di oltre 2,19 miliardi di euro con un aumento di vendite del 61% rispetto all’anno precedente. Grossi affari per le banche armate, ma soprattutto per il suo governo che è il maggior azionista delle fabbriche di armi italiane.

Da tutto ciò mi sembra ovvio affermare che il suo governo sta marciando a piena velocità verso una militarizzazione del territorio e verso l’inclusione dell’Italia nel complesso militare industriale mondiale. Che questo avvenga proprio sotto un “governo amico” coperto da una “stampa amica” proprio non riesco ad accettarlo. E più grave ancora, mentre troviamo i soldi per le armi, non li troviamo per la solidarietà internazionale (siamo fanalino di coda nella lista Ocse per l’aiuto ai Paesi impoveriti). E non troviamo neanche 280 milioni di euro per pagare il “Fondo globale” per la lotta all’Aids, come era stato promesso ai vertici G8.

Presidente, che delusione! Soprattutto che tradimento dei poveri! Le auguro che l’urlo degli impoveriti che per 12 anni ho ascoltato nel mio corpo nella baraccopoli di Korogocho giunga al suo orecchio e l’aiuti a cambiare rotta.
Sono solo un povero missionario comboniano.

p. Alex Zanotelli
(Direttore di Mosaico di pace)

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25 aprile 2007

Pubblicità di guerra

Dal 1944 ad oggi non è cambiato niente. Gli eroi di Iwo Jima, come ci ha raccontato Clint Eastwood nel film che ho visto di recente, erano solo una montatura per raschiare soldi dalle tasche dei cittadini troppo patriottici e troppo stupidi. La macchina della guerra richiede ingenti fondi, e non basta che i presidenti degli USA aumetino ogni anno il budget da dedicare alle armi di distruzione di massa, c'è sempre bisogno di soldi. Tagliano le pensioni, tagliano la sanità e inventano false storie di eroi da sbattere in copertina e in primo piano nei TG più nazionalisti, per poter risollevare la fiducia nei confronti di guerre di presidio che hanno ucciso migliaia di innocenti e fatto più vittime di qualsiasi attentato. Ecco che è successo di nuovo, con il soldato Jessica. La sua storia era tutta una montatura. Lei aveva una faccia fotogenica e credibile, il resto è pubblicità. E metà della popolazione statunitense se l'è bevuta.

PS Buon 25 Aprile a tutti!!!

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12 marzo 2007

Don Primo

Mentre in parlamento si rifinanziano guerra insulse grazie ai voti dei cattolici, mi ritrovo a discutere ancora una volta, a cena con degli amici, del pacifismo cristiano. Avrei voluto citare loro Don Primo Mazzolari, ma non me lo ricordavo... Così appena sveglia, stamattina, ho cercato le sue riflessioni in Tu non uccidere.

"Cadono, quindi, le distinzioni tra guerre giuste e ingiuste, difensive e preventive, reazionarie e rivoluzionarie. Ogni guerra è fratricidio, oltraggio a Dio e all’uomo […] Per questo noi testimonieremo, finchè avremo voce, per la pace cristiana. E quando non avremo più voce, testimonierà il nostro silenzio o la nostra morte, poiché noi cristiani crediamo in una rivoluzione che preferisce il morire al far morire.".

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03 marzo 2007

Eh già, veramente scandaloso...

Il fondatore delle BR, Renato Curcio, uscito dal carcere ormai da tempo, parla in un vecchio centro sociale di Bologna di lavoro precario, cosa di cui si occupa adesso e di cui si occupava anche prima del carcere. Scoppia lo scandalo, lui fondatore di quelle brigate che hanno ammazzato decine di italiani tra i quali Aldo Moro, che viene chiamato in una lussuosa catapecchia di periferia "okkupata e autogestita" a parlare di precarietà! Che schifo, che indecenza! Seguono sproloqui sull'indecenza che un tipo del genere si erga a professore di qualsiasi cosa, dovunque e comunque.

Cambi canale e trovi Giulio Andreotti che ci spiega perché dobbiamo rimanere in Iraq (unica spiegazione: l'abbiamo promesso a Bush... li chiamano accordi internazionali). Cioè amico di assassini, colluso con mafiosi, davanti a cinquemila microfoni, alla nazione intera, dalle aule del parlamento e trattato come un saggio, ci spiega perché dobbiamo continuare a finanziare una guerra senza senso. Bravo! Bis! Applausi!

Non voglio Curcio professore, ma nemmeno Andreotti futuro presidente della repubblica!!!

Su Corriere.it, le parole di Amos Oz riguardo il senso della pace.

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13 febbraio 2007

Comunisti (?) contro la Base a Vicenza

VICENZA-ADISTA. (dall'inviato) A un certo punto della discussione un uomo seduto nelle prime file sbotta: "Gesù non ci ha insegnato ad essere sempre e comunque pazienti! Gesù disse di non essere venuto a portare la pace; naturalmente non perché è venuto a portare la guerra, ma perché ci ha insegnato a lottare radicalmente per le nostre idee. Quando c'è stato da cacciare i mercanti dal tempio è stato piuttosto energico. Con questo comportamento – aggiunge il ragazzo – la Chiesa sta perdendo ogni credibilità. La Chiesa antica non permetteva di professarsi cristiani e contemporaneamente prestare il servizio militare per l'imperatore. Vorrei che i pastori queste cose le dicessero ad alta voce, e che per una volta fossero davanti al gregge, non sempre dietro, al seguito!".
L'uomo si chiama Andrea Busolo, ed è uno dei circa 400 partecipanti all'incontro organizzato dal Gruppo di Famiglie per la Pace (insieme alle Acli provinciali, all'Agesci Vicenza-Berica, e ai Beati i Costruttori di Pace) lo scorso 6 febbraio presso il Patronato Leone XIII a Vicenza. L'incontro fa parte di una serie di iniziative che da metà dicembre un nutrito gruppo di credenti della diocesi di Vicenza sta promuovendo nell'ambito della mobilitazione contro il "Dal Molin" (l'ampliamento delle strutture militari americani presenti a Violenza e nei paesi limitrofi, vedi Adista n. 9/07). Nonostante la presa di posizione del vescovo che invita a "guardare avanti con realismo" e a preparasi "per affrontare i delicati problemi che comporterà l'arrivo del nuovo insediamento militare", questi credenti non si rassegnano e continuano ad organizzare momenti di confronto e riflessione pubblica. Del resto, la risposta in termini di partecipazione è straordinaria, come testimonia il teatro del Patronato colmo di gente a dispetto della fredda e piovosa serata d'inverno. All'ingresso, i volontari del "Gruppo di famiglie per la pace" distribuiscono materiale informativo (comprendente anche una copia di "Famiglia cristiana") e raccolgono adesioni in vista della grande manifestazione nazionale del 17 febbraio.
Il relatore principale della serata è don Matteo Pasinato, teologo morale e parroco nella diocesi di Vicenza. Il suo intervento si intitola "La coscienza morale cristiana di fronte alla guerra preventiva e alle ‘ingerenze umanitarie' a partire dalla questione Dal Molin e dalle guerre dimenticate nel mondo". Don Matteo incentra il discorso sulla riflessione della Gaudium et Spes, attraverso la quale la Chiesa affrontò il tema della pace "senza alcuna idealizzazione", imparando dalla storia e confrontandosi con essa. Dobbiamo fare tesoro – sostiene don Matteo – di questo approccio che non concepisce la pace come "armonia perfetta", ma coglie il lato costitutivamente conflittuale della realtà: "Oggi si chiede al cristianesimo una sorta di coerenza ideale che tante volte fa diventare semplicemente innocua la propria testimonianza". Questo testo invece incoraggia un atteggiamento di responsabilità che forse "qualche politico di oggi potrebbe attribuire ad un gruppetto di facinorosi". "É consolante – continua don Matteo – che invece troviamo parole così esplicite in un testo tanto solenne ed ufficiale come la Gaudium et Spes".
Don Matteo non si pronuncia esplicitamente sulla questione Dal Molin (suscitando anche qualche malumore in sala; durante le risposte alle domande del pubblico, un signore lo apostrofa in veneto con un "se continui a girare la polenta…"), ma nel dibattito che segue alla sua relazione c'è spazio anche per interventi più strettamente legati alla mobilitazione contro la base Usa, come quello di Luciano Dal Sasso del gruppo di Famiglie per la Pace. "Perchè la Chiesa - domanda Dal Sasso - insiste così tanto sulla difesa della vita dal concepimento alla morte naturale, senza considerare ciò che succede durante questi due estremi? Ovvero la guerra, la negazione della vita mediante la volontà di uccidere. Perché la Chiesa non condanna la guerra preventiva con altrettanta forza? Io, da cristiano, non faccio un peccato di omissione se non mi impegno contro questi strumenti di morte, in primo luogo contro le basi che, come qui a Vicenza, sono la piattaforma di partenza per la guerra preventiva?". Non vengono neppure risparmiate critiche all'indirizzo del vescovo: "Quando ho letto le dichiarazioni di mons. Nosiglia lo stomaco mi è diventato una palla rigida", dice un signore, "ma come possiamo ‘rasserenare gli animi' dopo le decisioni che ha preso il governo. Se mai gli animi si sono inquietati!".
La discussione prosegue ancora a lungo, con diversi accenti ma una comune voglia di confrontarsi, approfondire, dire la propria su una vicenda che ha visto calpestato il diritto alla partecipazione della cittadinanza. Verso le undici si torna a casa, ma tutti si danno appuntamento a sabato 10, quando i gruppi cattolici si incontreranno per elaborare una piattaforma comune con cui partecipare alla manifestazione del 17. La mobilitazione contro il Dal Molin continua, nonostante il vescovo. (emilio carnevali)

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22 gennaio 2007

Il pacifismo rialzi la testa

E' tornato nella sua terra, Nairobi, nella bidonville di Korogocho dove per anni ha prestato servizio come comboniano. Alex Zanotelli, in questi giorni che precedono l'apertura del social forum mondiale, è già straimpegnato: prima il ritorno, dopo quattro anni e mezzo, tra gli abitanti di Korogocho: «Un'emozione bellissima, i bambini, la gente del posto, tutti che volevano toccarmi, è stata una specie di battesimo». Poi la conferenza su «teologia e liberazione», in corso a sud della città. E da ieri sera il Forum dei «comboniani», che andrà avanti fino al 27 gennaio.

Hai parlato di «insurrezione del pacifismo». Cosa intendi?
Voglio dire che è arrivata l'ora di reagire, i cittadini devono trovare nuove forme di mobilitazione, nuova visibilità. La verità è che, ormai, la politica non ci sta più a sentire, vanno avanti dritti come treni, in barba a tutto ciò che possiamo dire o pensare.

E cosa bisognerebbe fare?
Occorre riflettere tutti insieme. E' già qualche tempo che lo sto dicendo a Napoli: bisogna riunirsi e immaginare azioni intelligenti, eclatanti e non violente. Qualcosa che fai una volta e poi non ripeti più. E porsi nello spirito di dire: magari vado in galera, va bene, lo accetto. Pur di riuscire a sbloccare questa situazione. Perché davvero non se ne può più. Fra poco uscirà un libro proprio sulla militarizzazione di Napoli. Una cosa incredibile. Non si può mica fare che trasferiscano il supremo comando della Nato da Londra a Napoli così, senza che si muova foglia.

Il supremo comando a Napoli, il raddoppio della base di Vicenza... ma che sta succedendo?
Che l'Italia sta assumendo un'importanza strategica per la politica estera statunitense e della Nato. Sono convinto che se riusciranno a mettere tutte le cose a posto, tra cui anche un rafforzamento della basi nel Mediterraneo, il prossimo obiettivo sarà l'Iran.

Il governo dice che è solo una questione urbanistica...
Prodi si deve vergognare. E con lui tutto il governo: la Finanziaria prevede quattro miliardi per le spese militari, ma come si fa...

E il rifinanziamento della missione in Afghanistan?
Un'altra cosa incredibile. Se non si capisce che è un'altra guerra insulsa e inutile... Poi mi dicono che questa è una politica di centrosinistra...

Deluso, padre Zanotelli?
Deluso, sì. Mi aspettavo qualcosa di diverso. Purtroppo non è questione di centrodestra o di centrosinistra. E' che siamo nel cuore dell'impero, e il militarismo ne è parte integrante. Se vuoi alzare il prodotto interno lordo, non è che ci sia molto da fare. Bisogna rispettare certe regole per far parte di coloro che si spartiscono la torta. Ecco spiegato il rifinanziamento della missione in Afghanistan.

Domani si apre il World social forum, il primo che si tiene in Africa. Qui la prima emergenza è la povertà, ma ha un ruolo da svolgere anche il pacifismo?
Qui più che altrove, direi. E' incredibile che in un continente come questo arrivino tante armi, che non fanno altro che riaccendere inutili e dannosi conflitti. Per non parlare poi di quello che è successo in Somalia e del gravissimo intervento americano. Ma anche della politica estera italiana. Pensiamo alla Nigeria e al ruolo dell'Eni. Proprio recentemente hanno negato esplicitamente ciò di cui li accusiamo: aver approfittato del boicottaggio contro la Shell per ottenere un contratto migliore. Ma come si fa a negare, di fronte a un popolo che sta affogando per il livello di sfruttamento cui viene sottoposto, e che usa le armi perché non ha altro mezzo? Spero che anche di questo si parli al Social forum. La mobilitazione della società civile è fondamentale. Come dimostra anche Vicenza. Rivolgo un plauso ai cittadini che si sono ribellati contro il raddoppio della base e che sono stati capaci di reagire in un contesto come quello veneto, che certo non è facile. Ora bisogna solo trovare il modo di farsi sentire di più.

Intervista di Cinzia Gubbini a Padre Alex Zanotelli, da Il Manifesto del 19 Gennaio

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